Silenziosi in stanzette tutte uguali
ben allineate
numeri pari
a destra
numeri dispari
a sinistra
interminabile corridoio
di lucido linoleum
percorso da passi smorzati
parole smorzate
come fosse medicina il silenzio
e non implicito avviso
di prossima eterna abitudine.
Porte azzurrine semiaperte
propongono uguali visioni
due piedi ritti sotto un sudario
(invisibile è il resto a chi passa)
due parenti che fissano ombre.
Ora! Ora! Ora!
voglio assordarmi le orecchie!
straziare altissimo il sax di Coltrane
ballare sul linoleum
lisoformizzato
facendo squittire le suole
perché poi,
di silenzio,
tanto ne avremo, da morire.
Silenziosi in stanzette tutte uguali
ben allineate
numeri pari
a destra
numeri dispari
a sinistra
interminabile corridoio
di lucido linoleum
percorso da passi smorzati
parole smorzate
come fosse medicina il silenzio
e non semplice avviso
di prossima eterna abitudine.
Porte azzurrine semiaperte
propongono uguali visioni
due piedi ritti sotto un sudario
(invisibile è il resto a chi passa)
due parenti che fissano ombre.
Voglio assordarmi le orecchie!
del sax di John Coltrane
Ascension, 1965
(mai titolo fu più pertinente)
e ballare sul linoleum lisoformizzato
facendo squittire le suole
perché poi,
di silenzio,
ne avremo tanto da morire.
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